Sempre più spesso si sente parlare di Ristrutturazioni sconto in fattura Milano. Di che cosa si tratta?
Il provvedimento, emanato col Decreto Legge “Rilancio”, è lo strumento con cui il Governo ha voluto far fronte alla pandemia causata dal covid-19. A partire da 20 maggio 2020, è stata introdotta la possibilità di cedere le detrazioni che danno diritto al superbonus del 110% allargando questa possibilità anche ai lavori di ristrutturazione edilizia, all’ecobonus e al sismabonus che non rientrano nel 110% di detrazione ottenendo lo sconto direttamente in fattura dal fornitore oppure ricevendo il rimborso di quanto speso anche da banche o istituti finanziari.
Se, quindi, si decide di sostenere spese per interventi:
di ristrutturazione edilizia detraibili in 10 anni;
di riqualificazione energetica che danno diritto all’ecobonus o al sismabonus da dividere in 10 anni;
di recupero o restauro delle facciate degli edifici (bonus facciate) da dividere in 10 anni;
di installazione di impianti fotovoltaici;
di installazione di colonnine di ricarica per veicoli elettrici;
che danno diritto al Superbonus del 110%.
Si ha la possibilità di cedere la propria detrazione ai fornitori dei beni o servizi necessari alla realizzazione dell’intervento, a terzi (soggetti privati come altri condomini, società, enti o professionisti) o a istituti di credito o intermediari finanziari.
Al posto della detrazione si potrà scegliere di ottenere uno sconto di pari importo in fattura applicato direttamente dal fornitore pari al massimo all’importo da pagare. Quindi, in caso di interventi di ristrutturazione che costano 10.000, si ha diritto a una detrazione del 50%, e si pagheranno solamente 5.000 euro al fornitore. Qualora a fronte della stessa spesa si avesse diritto alla detrazione del 110%, in tal caso non solo non si pagherebbe nulla, ma si avrebbe anche la possibilità di recuperare i 1.000 euro di detrazione aggiuntiva che si otterrebbero indicandola nella propria dichiarazione dei redditi.
Il fornitore invece può utilizzare la detrazione ottenuta sottoforma di credito d’imposta oppure cederla a sua volta anche a intermediari finanziari o istituti di credito. In particolare, nel caso gli venga ceduto un credito d’imposta da superbonus, avrà a disposizione anche quel 10% che non ha riconosciuto come sconto in fattura. Ad esempio, per una spesa di 10.000 euro che ha scontato totalmente ottiene un credito d’imposta di 11.000 da utilizzare in 5 anni perché la detrazione originaria prevede questo tempo di recupero della spesa.
In alternativa, si può scegliere di “trasformare” la detrazione in credito d’imposta e cederlo direttamente ad altri soggetti, che potranno utilizzarlo in compensazione delle imposte dovute con lo stesso numero di rate che prevede la detrazione originaria oppure cederlo a loro volta. In questo caso, si cede l’esatto importo della detrazione, pertanto nel caso del superbonus con detrazione al 110%, per una spesa di 10.000 euro si cede un credito di 11.000 euro.
L’opzione della cessione può essere effettuata in relazione a ciascuno stato di avanzamento dei lavori che, con riferimento agli interventi che danno diritto al Superbonus, non possono essere più di due per ciascun intervento complessivo. Il primo stato di avanzamento, inoltre, deve riferirsi ad almeno il 30% e il secondo ad almeno il 60% dell’intervento medesimo.
Per le spese sostenute nel 2020 e nel 2021, è possibile inoltre esercitare l’opzione della cessione del credito anche solo per alcune rate residue. Ad esempio, per una spesa sostenuta nel 2020 puoi scegliere di inserire in dichiarazione le prime due rate e cedere il credito corrispondente alle altre tre. In ogni caso non è possibile recuperare il credito d’imposta non utilizzato nell’anno chiedendolo a rimborso o inserendolo nelle successive dichiarazioni dei redditi.
Se più persone hanno diritto alla detrazione per la spesa sostenuta, possono decidere ognuna in totale autonomia sull’utilizzo della stessa. Pertanto, anche in caso di interventi condominiali, non deve esser necessariamente il condominio che opta per la cessione del credito o per lo sconto in fattura, ogni condomino può decidere per sé.
Chi può avvalersi del provvedimento Ristrutturazioni sconto in fattura Milano?
Possono beneficiare dello sconto in fattura sia i condomini sia le singole unità immobiliari adibite ad abitazione principale e ora, dopo l’approvazione della Camera, estesa anche alle seconde case.
Lo sconto in fattura potrà essere richiesto solo dalle persone fisiche al di fuori dell’esercizio di attività di impresa, arti e professioni. Il meccanismo dello “sconto in fattura” sostanzialmente permette a un soggetto di effettuare lavori in casa gratuitamente (o quasi) perché trasferisce alle imprese l’onere di recuperare il contributo statale riconosciuto al committente come forma di sconto fiscale. Questo vuol dire che la ditta realizza i lavori senza percepire un euro, perché il richiedente usufruisce dell’agevolazione sotto forma di sconto immediato in fattura dell’importo dovuto. La società recupererà poi la somma come credito d’imposta.
I lavori che possono usufruire dello “sconto in fattura” sono: le ristrutturazioni edilizie (lavori di manutenzione ordinaria, straordinaria, restauro e risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia, effettuati sulle parti comuni degli edifici condominiali, i lavori di manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo, sulle singole unità immobiliari), l’efficientamento energetico (lavori di riduzione fabbisogno energetico, miglioramento termico edificio, pannelli solari, sostituzione impianti riscaldamento), i lavori antisismici (sono i lavori che riducono il rischio sismico nelle zone 1, 2 e 3, in base alla classificazione del rischio sismico), il recupero o restauro della facciata degli edifici esistenti, inclusi quelli di sola pulitura o tinteggiatura esterna, l’installazione di impianti solari fotovoltaici e l’installazione di colonnine per la ricarica dei veicoli elettrici.
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